Il prestito personale è probabilmente il finanziamento più utilizzato dagli italiani per la sua versatilità e per la relativa facilità di accedervi.
Può essere usato per acquistare un’auto, per consentire ai figli di completare un percorso di studi, ristrutturare casa e per qualsiasi altro progetto personale. Ma è possibile detrarre il prestito personale?
Alcuni prodotti creditizi consentono di avere le risorse necessarie per realizzare un progetto personale e al tempo stesso di fruire di importanti detrazioni in sede di dichiarazione dei redditi.
Il mutuo, ad esempio, permette al beneficiario di acquistare o ristrutturare una casa e portare in detrazione in termini Irpef, il 19% degli interessi versati durante l’anno fiscale di riferimento. La stessa cosa può essere fatta per i prestiti personali?
In linea generale, la risposta purtroppo è negativo ma ci sono delle situazioni in cui è possibile accedere a questa opportunità.
A tal proposito va innanzitutto ricordato che il prestito personale è un prodotto creditizio non finalizzato per cui il cliente lo può ottenere senza il relativo vincolo di utilizzo.
In pratica, nonostante alla banca oppure dell’agenzia finanziaria a cui ci si rivolti si andrà ad indicare in fase di richiesta la motivazione della richiesta di denaro, l’importo ottenuto potrà essere spesso come meglio si crede.
Quindi, il prestito personale non è da confondersi con il classico finanziamento che viene messo a disposizione da un salone di auto per consentire l’acquisto della vettura a rate oppure da uno showroom di arredamento per accedere ai mobili della casa attraverso un comodo pagamento dilazionato nel tempo.
La detrazione degli interessi, dunque, è un’opportunità da poter sfruttare in situazioni specifiche. Lo sgravio fiscale può riguardare soltanto gli interessi passivi ossia i costi che il beneficiario del prestito paga alla banca per il fatto di aver ottenuto il denaro.
Gli interessi passivi vengono pagati ogni mese sulla relativa rata prevista dal piano di ammortamento. Essi vengono calcolati, in sede di sottoscrizione del contratto, in funzione dell’ importo del prestito, della durata dello stesso piano di ammortamento e della politica della banca in fatto di tasso di interesse.
La detrazione va calcolata tenendo conto degli interessi passivi versati nell’anno fiscale di riferimento e secondo le aliquote previste dalle normative vigenti in materia.
In una delle tante circolari e note pubblicate dall’Agenzia delle Entrate si è parlato per l’appunto della detrazione di prestiti personali.
L’agenzia ha chiarito in maniera inequivocabile che non sono previste detrazioni per i prestiti personali rilasciati a privati.
Il motivo di questo diniego riguarda la causale della richiesta di denaro in quanto si tratta di un prodotto ottenuto per soddisfare esigenze individuali o al massimo della famiglia.
Purtroppo, siccome i prestiti personali non sono finalizzati come invece avviene con altre tipologie di finanziamenti, non c’è l’obbligo di spiegare il modo con cui si impiega il denaro ottenuto e per cui non è previsto alcuna detrazione fiscale.
Tuttavia ci sono alcune situazioni in cui è possibile fruire di questa agevolazione e in particolare quando si tratta di un prestito che viene richiesto da un’azienda oppure da una ditta individuale per espletare la propria attività.
Quando parliamo di ditta individuale il riferimento è ai possessori di una partita IVA per cui rientrano anche il lavoratore autonomo e il libero professionista come un avvocato, un ingegnere così via.
Per portare in detrazione è dunque indispensabile che il denaro venga utilizzato per un investimento utile all’attività lavorativa.
L’Agenzia delle Entrate richiede che il beneficiario proponga documentazioni tali per cui si dimostri che il prestito ottenuto sia stato utilizzato effettivamente per effettuare un acquisto utile alla propria professione. Purtroppo questo non sempre è facile da dimostrare.
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