Chi Può Vedere il Mio Conto Corrente

Contrariamente al pensiero ingenuo di molte persone, a guardare i nostri conti correnti non siamo gli unici. Purtroppo anche altri hanno accesso ai nostri conti, ovviamente una cerchia ristretta autorizzata a farlo da ragionevoli motivi.
Ma chi, oltre a noi, può guardare i nostri conti correnti e perché può farlo? Vediamolo nei paragrafi seguenti anche per capire perché non dobbiamo spaventarci, al di là di qualche comprensiva e lecita preoccupazione.
Accesso ai conti correnti: Agenzia delle Entrate
Un tempo vigeva il segreto bancario, i rapporti tra banche e clienti restavano riservati per tutelare al massimo i risparmiatori. Nel nome della lotta contro l’evasione fiscale le cose sono notevolmente cambiate e il segreto bancario è andato in pensione.
Oggi possono accedere ai conti correnti l’Agenzia delle Entrate, la Guardia di Finanza, eventuali creditori ed enti locali (regioni, province e comuni). Dal canto suo, il Fisco ha praticamente le chiavi dei conti correnti di imprese e cittadini, può entrare e uscire in ogni momento.
Generalmente il suo intervento è riconducibile ai rapporti maggiormente a rischio, cioè è legato a quei movimenti e alle transazioni che suscitano più attenzione. Ad esempio, finiscono spesso sotto osservazione coloro che ricevono grosse somme di denaro o coloro che sistematicamente prelevano gli stessi importi dal conto corrente.
Operazioni che finiscono sotto la lente di ingrandimento perché fanno pensare ad azioni molto sospette, come i pagamenti in nero di qualche dipendente. Gli approfondimenti dell’Agenzia delle Entrate interessano anche i conti deposito, i conti terzi, le carte di credito, gli investimenti, etc.
Una serie di informazioni sui clienti che il Fisco riceve dagli stessi istituti bancari, tenuti a farlo per legge attraverso un archivio dei rapporti finanziari.
Acquisite le informazioni dei clienti delle banche finiti sotto la lente di ingrandimento, l’Agenzia delle Entrate analizza scrupolosamente le notizie per controllare eventuali reati gravi o evasioni fiscali.
Possono essere infatti oggetto di controllo i bonifici non dichiarati con la dichiarazione dei redditi, per i quali vanno pagate le tasse se non derivanti da redditi esenti o donazioni.
Accesso ai conti correnti: Guardia di Finanza
L’Agenzia delle Entrate non è l’unica autorizzata al controllo dei conti correnti, a poterlo fare è anche la Guardia di Finanza.
In genere l’operato delle Guardie Gialle è svolto in sintonia proprio con l’Agenzia delle Entrate, al fine di individuare piccoli o grossi evasori e persone dedite al riciclaggio dei soldi.
Le notizie raccolte dalla Guardia di Finanza interessano i saldi dei conti correnti, i movimenti in entrata e uscita, le giacenze medie e altre informazioni di rilievo.
Tutte notizie che vengono attentamente esaminate per provvedere, eventualmente, agli avvisi di accertamento e recupero. Azioni rivolte a tassare quelle somme di denaro sulle quali i contribuenti non hanno provveduto al versamento delle imposte dovute.
Verifiche approfondite, anche in questo caso, fatte appena vengono riscontrati dei movimenti sospetti da parte dei titolari dei conti correnti.
Accesso ai conti correnti: creditori
Quando non vengono pagati i debiti contratti, i creditori possono giustamente far valere i propri diritti.
Un creditore può agire con un decreto ingiuntivo o una causa per fare condannare il suo debitore dal giudice. Nel momento in cui il giudice procede con l’emissione di una sentenza, il creditore con questo documento può ricevere l’autorizzazione per accedere all’Anagrafe dei conti correnti.
Una maniera pratica per scoprire se il debitore nasconde il suo denaro in qualche banca e per agire di conseguenza attraverso ogni lecito mezzo.
Chiaramente l’accesso ai conti correnti altrui da parte dei creditori è una pratica molto meno usuale delle precedenti, possibile esclusivamente a seguito di una sentenza di un giudice.
Accesso ai conti correnti: enti locali
Con il Decreto Semplificazioni la possibilità di controllare i conti correnti è stata poi estesa anche agli enti locali: regioni, province e comuni. Lo scopo di questa recente estensione è quello di facilitare le azioni degli enti locali mirate alla riscossione di tributi e tasse di loro competenza.
Quindi anche le regioni, le province e i comuni sono autorizzati a controllare i nostri conti correnti, con la platea di impiegati e funzionari che possono guardare alle nostre informazioni finanziarie sensibilmente allargata. Una cosa che sicuramente non fa piacere ai singoli risparmiatori e alle imprese, sempre più controllati attraverso gli archivi delle informazioni finanziarie.
Conclusioni
Negli ultimi anni, con la caduta del segreto bancario, la lista dei controllori dei nostri conti correnti è diventata sempre più lunga. Tuttavia quando si agisce in buona fede e si versano regolarmente i contributi e le tasse non c’è nulla da temere.
L’accesso ai conti da parte dell’Agenzia delle Entrate, della Guardia di Finanza e degli enti locali è finalizzato infatti alla lotta all’evasione fiscale e al riciclaggio del denaro.
Diverso invece è il discorso legato ai creditori, che possono ricevere l’autorizzazione dal tribunale ai fini di recuperare i loro crediti.